INTERVENTI VARI
Le 10 regole per il cuccaggio autunno /invernoA voi...la due giorni giovani!
Ritiro Quaresima Giovanissimi 2002
Le
10 REGOLE
FONDAMENTALI per
il CUCCAGGIO
AUTUNNO-INVERNO (di
Roberto Lagatta) per l’uomo.
1.
Vestiti:da
fighetti, pesanti, maglioni aderenti che risaltino i muscoli, dolcevita scura,
occhiali da sole anche di sera.
2.
Barba:
pizzetto ben curato, corto.
3.
Luogo:
prima volta birreria scabercia, caffetteria o caffetteria chic.
4.
La
macchina: M5 BMW integrale con tendine parasole; per chi è senza soldi: UNO
TURBO tamarra con musica tunz.
5.
Su chi
puntare: su quelle che hanno la coscia lunga.
6.
Da fare:
parlare del suo fisico, mostrare i muscoli, farle i complimenti; offrire da bere
(possibilmente alcolico).
7.
Da non
fare: dire quante ragazze hai avuto; ruttare, emettere strani gas; dire che sei
vergine o che ti sei f…o tantissime.
8.
Acconciatura:
capelli corti, ma gellati oppure medio-lunghi, ma curati.
9.
Espressione:
sguardo dolce, ma penetrante.
10.
Personalità:
essere come Roberto Lagatta.
N°3
novembre 2000
A VOI…LA DUE GIORNI GIOVANI!
Artigliosi
amici dell’Artiglio eccovi il puntuale resoconto di due giorni bellissimi (
ahivoi che non siete venuti!!) passati in quel di Pianezza, e più precisamente
a Villa Lascaris.
Prima di passare alle cose tecniche due parole sul posto: immaginate una splendida villa di qualche secolo fa ben restaurata e trasformata in un simil-albergo, con un parco pieno di alberi secolari ed un immenso prato con erba all’inglese. Aggiungete quattro panchine per farne due porte, un pallone ed una massa di giovinastri che hanno una gran voglia di fare un partitone….ed il gioco è fatto!! Scherzi a parte, posto splendido.
E veniamo alle cose più serie; premetto che il mio resoconto riguarda i giovani che non sono proprio adulti, ma non più micro…insomma, i giovani di mezza età. Be’, cosa si doveva decidere? Ma, naturalmente, cosa fare di bello in quest’anno di gruppo.
Prima osservazione: ma i giovani di mezzo si sentono ancora un gruppo? A quanto pare no, l’identità del gruppo pare essersi ormai smarrita da qualche tempo, anche se di fatto ancora si è cercato di organizzare le cose come se si trattasse di un cammino di gruppo, con tanto di ritiri … di Carnevale, e di ben 6, dico sei, riunioni di gruppo (non sarà troppo impegnativo?!)
Dopo un paio di dibattute assemblee in cui tutti hanno detto la loro e (quasi) tutti sono stati ascoltati ed esauditi nelle loro richieste….. be’ dico quasi tutti perché i dissidenti, dopo essere stati ascoltati, sono stati tutto sommato ignorati (e va be’, ma cosa volete, the show must go on…).
Dove eravamo rimasti? Ah, sì manca un po’ di gossip:
- storie nate alla due giorni : 0 (?)
- storie morte alla due giorni: 0 (?)
- storie continuate normalmente dopo la due giorni: ?
Sta di fatto che la due giorni è stata fatta anche quest’anno, come di rito, che i giovani “adulti veri” proseguono il loro cammino di “non gruppo” e quindi non hanno nemmeno bisogno della due giorni, che i giovani “più giovani” in poche mezz’ore di programmazione si sono cavati il dente per tutto l’anno, che invece i giovani “di mezzo” dopo ore di intense discussioni devono ancora trovare chi programma la prima riunione! Emanuele Rossi
Premessa:questa
che vi raccontero’non e’ una storia,ma e’ una breve cronaca di cio’ che
sarebbe dovuto essere,ma non e’ stato, e che si svolge in una realta’ che
sarebbe dovuta accadere, ma non e’ accaduta…..che trova la sua unica
certezza nei suoi protagonisti
principali:Sganga,Stefano&Diego,rispettivamente in ordine decrescente di
figosita’(perche’ Sganga e’ “il figo del gruppo”, Stefano c’ha la
ragazza e Diego e’ una simpatica canaglietta.
……..Avremmo potuto fare a meno di fare un sacco di cose nella vita;avremmo forse potuto fare a meno,quel giorno,di andare in macchina con Mazza….avremmo evitato di passare tutto il viaggio a pregare che non accadesse quel che poi non e’ stato,o avremmo almeno potuto aumentare le nostre possibilita’ di sopravvivenza.Saremmo potuti arrivare a villa Lascaris, e’ vero, rimpinzarci come fogne mangiando torte ipercaloriche e fare una partitina a calcio al freddo e al gelo,avvolti dalle tenebre che non permettevano di distinguere Isabella da Maurizio (o era Diego?).Forse non era il caso di fare il gioco canoro,sicuramente NON SI DOVEVA cantare Guccini,per non escludere due dei simpatici amici….Avremmo dovuto non radunare il consiglio Jedi(con O.D.G.:1.”Il difficile rapporto di coppia”2.Trovare la ragazza a Sganga)ma soprattutto,avremmo sicuramente potuto evitare di stare fino all’una di notte raccontandoci le barzellette sporche,o di sapere cosa esclama Heidi quando vede il nonno uscire dalla doccia….
E
poi….Maurizio si sarebbe benissimo potuto ricordare la differenza tra Superman
e Lady Diana,o almeno non avrebbe dovuto chiederci con spocchiosita’ se la
sapevamo,e poi non ricordarsela(tranquillo Mauri, prenditi pure tutto il tempo
che vuoi)….E ancora Maurizio avrebbe forse potuto,il mattino dopo,evitare di
venire a svegliarci dolcemente, sfondando la porta della nostra cameretta.Dopo
la Messa e la programmazione del gruppo avremmo potuto,memori del giorno
prima,fare a meno di giocare una seconda volta a calcio,o quantomeno Marco
Cavallero non avrebbe dovuto buttare nella melma praticamente tutta la squadra
avversaria e a lui avversa.E probabilmente addirittura Elena Pusceddu avrebbe
potuto smetterla di prendere in giro(solo perche’ e’ grande,e quindi “se
lo puo’ permettere”)l’ex gruppo “sfigato” di Diego,ma forse neanche i
tre ragazzotti non dovevano trattarla cosi’male….Eppoi…..forse Sganga non
avrebbe dovuto dire ad Isabella che il dazio da pagare per essere accompagnata
in camera era……vabbe’,non lo avrebbe dovuto fare e basta!!Infine,come
ultima cosa, i tre amiconi non sarebbero dovuti tornare in macchina con Don
Paolo,non fosse per altro che erano arrivati con Mazza,e questo significava
sfidare troppo la sorte!!! Insomma:questi due giorni non ci sarebbero dovuti
essere,ma se cosi’ fosse stato,non avremmo potuto raccontarvi le cose che non
sarebbero dovute accadere.
Uno dei tre(chiunque fosse stato,non lo avrebbe dovuto
fare…………………………………….)
Anonimo
Cari.ragazzi,
quando ho scoperto l'esistenza di questa nuova rivista della Parrocchia sono
restata entusiasta. Era proprio necessario uno strumento che riuscisse a guidare
voi giovani su di una condotta di vita costumata, decorosa, retta, e
"L'Artiglio" potrebbe risultare un mezzo discretamente efficace per
fare di voi delle vere Persone, degli individui per bene, che si discostano da
quella massa di lascivi scostumati che é diventata la gioventù italiana negli
ultimi vent'anni! Non si contano più ormai quei
giovinetti sbarbati che, già in tenera età, si vedono vagabondare per le belle
e nobili strade del centro cittadino con quei turpi capelli lunghi o colorati
che altro non possono fare se non rendere abbietto l'animo-umano.
Senza
contare quanto poi sia spregevole, quanto sia vituperabile l'abbigliamento - se
così si può chiamare- di questi piccoli Satana: li
vedi esclusivamente bighellonare senza meta con addosso quegli aberranti jeans,
quelle magliette larghe, fuori luogo anche in estate, e con ai piedi quelle
scarpacce di plastica colorata, manco fossero tutti dei giocatori di quello
sport rozzo e volgare tanto in voga in questa epoca priva di sensibilità e di
educazione: il calcio.
Dove
sono andati a finire quei bei vestiti che mettevano i giovinetti dei miei bei
tempi, che sì riuscivano ad attrarre le attenzioni di noi fanciulle ben
educate? A proposito, é meglio non parlare dell'evoluzione che hanno compiuto
le giovini donne per arrivare in questo licenzioso terzo millennio! La vera
figura femminile al giorno d'oggi la possiamo trovare solo nelle vecchie
cartoline d'epoca o nei film in bianco e nero (quello sì che era cinema). Oggi
scorgo ovunque fanciulle emancipate e disinibite, che passeggiano in gruppi
misti, schiamazzando e ridendo in maniera scomposta, con al fianco più e più
ragazzi (o meglio, ragazzacci); per non parlare delle loro acconciature, che
umilierebbero anche il più volgare pagliaccio del circo.
Ma
ciò che senza dubbio ha maggiormente fatto scemare la femminilità delle nostre
ragazze é il fatto che in giro non si noti più una bella gonna, elegante ed
armoniosa, ma si vedano solo dei maschiacci, delle donnine con indosso jeans o
peggio pantaloni con cui mostrano addirittura le caviglie! Per una persona
sensibile ed abituata alla rettitudine, all'inequivocità, osservare come sia
cambiata la gioventù e come si sia malridotta, non può far altro che
rattristare, che far piangere il cuore, e purtroppo sono convinta che niente
potrà tornare come prima e che il mondo continuerà ad essere depravato,
corrotto e deviato come agli albori di questo sfrenato, sibaritico terzo
millennio.
Rispettosi.ossequi
Ezzelina
L’EURO ( I puntata)
In una cittadina olandese, verso la fine di settembre, un tale entra in un negozio di animali. Chiede una confezione di mangime per il suo pesce rosso. La titolare lo serve, batte lo scontrino fiscale e gli chiede un importo pari a 3 mila lire. Il tale paga con una banconota da cinque euro; la negoziante è stupita ma, eccitata per la novità, accetta la banconota e allunga il resto in fiorini.
L’episodio piuttosto buffo ha messo seriamente in difficoltà la autorità olandesi, coinvolte in una gara di efficienza con gli altri Governi di Eurolandia che in questa fine d’anno si stanno facendo in quattro per organizzare il grande evento nel migliore dei modi. Ma al di là della bagarre politica (si scoprirà che la banconota proveniva da un portavalori svaligiato qualche giorno prima nella vicina Germania), l’illustre possessore di pesce rosso passerà alla storia come il primo cittadino in carne ed ossa ad aver estratto un pezzo di carta contrassegnata in euro ed aver provveduto a saldare il suo piccolo debito in questo modo.
Come nascondere la gelosia per tanta fortuna? Poter dire a figli, nipoti e pronipoti di essere stata la prima persona nella storia dell’umanità ad aver usato una banconota in euro. Ancora un mese e poco più e anche noi poveri comuni mortali potremo giocare ala vita di tutti i giorni con l’euro in tasca. Per la lira è quasi ora di ammainare bandiera e di questi tempi conviene a tutti dare un’occhiatina dentro il materasso, per controllare se un avo mai abbastanza ringraziato non ci abbia lasciato un ricordino di sé.
Scherzi a parte, siamo attesi da una rivoluzione. Uno sconquasso a tutti gli effetti. Dietro l’angolo ci aspetta una valanga di foglietti e pezzettini di metallo destinata a cambiarci la vita. E noi, siamo pronti?
L’Osservatorio di Pienza –dati alla mano- dice di no, nel modo più assoluto. Gli studiosi toscani ritengono che l’anno nuovo porterà con sé conseguenze catastrofiche: i due mesi previsti per la doppia valuta (a gennaio e a febbraio lira e euro circoleranno a braccetto) non basteranno affatto per abituarsi al nuovo venuto e soprattutto a dimenticare la cara, vecchia e sfigatissima lira. Le lire sopravvissute al 1° marzo potranno essere cambiate in banca ancora per mesi, ma il ciclone è destinato ad abbattersi sulle teste degli europei prima ancora che sulle tasche.
…Bambini, giovani, adulti e anziani attualmente viaggiano per il mondo con il cervello – giustamente – pieno di riferimenti valutari. Pierino fa la quinta elementare e sa che per un gelato ci vogliono 2.500 lire: il cono fior di panna e fragola è accompagnato dall’immagine di due signore Montessori con un dischetto bicolore che le tiene ferme. Il papà di Pierino sa benissimo che l’auto dei sogni (che potrà guardare con realismo solo dopo la liquidazione) vale così tanto che non ha senso fare il conto in foglietti colorati, neanche se sono rigetti e illustrano le fattezze del Caravaggio. E così via, all’infinito.
Dal primo gennaio questo mondo immaginario governato da regole proprie è destinato a morire nel nulla. Ogni cosa varrà di meno, ci vorranno quasi due mila mesi per arrivare ad uno stipendio pari a quello di oggi, i conti in banca subiranno una cura dimagrante spaventosa. Poco da dire, ci vuole esercizio. E non veniteci a dire che basta un “euroconvertitore” in saccoccia (ma che cos’è?) oppure vedere una volta ogni tanto un Pippo Baudo che svolazza sul teleschermo, per poter arrivare gagliardi e preparati all’ora X. Noi si passeggia allegri per il bosco, e –anche se le favole ce lo dicono da una vita- non abbiamo ancora imparato che il lupo è lì dietro all’albero in agguato.
Per la festa dei 18 anni del President si raccoglierà una quota libera: Scagno allungherà cinque euro, Sara dieci e la Torreri venti. A Messa il servizio dei cestini sarà curato da energumeni maggiorenni perché quasi tutti (è probabile, anche se siamo alla Crocetta) faranno i bravi cristiani in modo metallico e non più cartaceo. Il mondo dei pantaloni vedrà di nuovo, miracolosamente, valorizzata quella micro tasca sulla coscia destra che da sempre è destinata alle monetine. E un campo giovanissimi costerà 80 euro (euro più, euro meno), per una pizzata ce la caveremo con cinque euro, mentre per leggere il giornale – che stress – saremo obbligati a racimolare la stramba cifra di 77 centesimi.
Felici per la novità, malinconici per un tempo che è stato e non sarà più, con i portamonete sformati o con le taschine finalmente sfruttate, euroconvertiti della prim’ora o nostalgici della lira, auguri a tutti. Felice 2002.
Una precisazione è dovuta. Al sottoscritto era stato richiesto un articolo su di sé. Sì, proprio su di sé e sul modo in cui passa le sue giornate. L’ispirazione è mancata e lui ha preferito applicare una delle prime cose che ha imparato: bisogna saper parlare anche (e soprattutto) di ciò che non si conosce. Gli facciamo però una domanda: perché gioca a fare il giornalista? Risposta: “perché è il tipico mestiere che consente di lavorare poco, guadagnare un sacco e viaggiare sempre”. Per ora lui si fa un mazzo così, guadagna piuttosto poco e non si schioda mai da Torino. Ma questa è tutta un’altra storia.
Marco Ferrando
(STEFANIA LOCA-TELLI)
A come “Auguri a tutti quanti!” E
dunque…
B come ”Buon Natale e Buon Anno
Nuovo-Buon Natale e Buon Anno Nuovo”: a tutta la stazione di Cuneo, al
simpatico capotreno che ci avrebbe quasi lasciato la guida, al valletto della
sfida a Twister tra gli scompartimenti e…proprio perché a Natale siamo stati
tutti più buoni (?), anche al bigliettaio nevrotico… Ma voi lo sapete che se
foste un non fumatore adesso non potreste più entrare
in nessuna toelette perché c’è la cenere nel lavandino? E pure fuori
dal finestrino… Ma vi rendete conto? E non si può stare un po’tranquilli,
qui???
C come “Confidenze,
confidenze!!!”: potevano forse mancare? C’è chi tace e si fa reggere il
gioco dalla sorella consenziente (vero Gebe?), chi apre il libro senza quasi
essere interpellato (qui non si fanno nomi, perché l’autore è una tomba…),
ma il tormentone non concede scampo: chi mai volesse partire con noi si prepari!
D come don Claudio: il nostro
padre…poco spirituale, ma sicuramente… “illuminante”. Ringraziamo per la
catechesi Giampy e Gabo, che in nome della sequela salesiana hanno sacrificato
sonno e voce per illustrarci ogni precetto e ogni… piccolo peccato
E come EURO: non hanno partecipato
ai nostri festeggiamenti, ma meritano di essere almeno nominati
F come Foto: la new entry Chiara ha
immortalato di tutto, dalle fette di salame al lungomare avvolto nel buio, ma
c’è chi ha fatto di meglio… Modelli sensuali sulla spiaggia attendono
davvero i lettori dell’Artiglio? Anche noi donne avremo finalmente di che
lustrarci gli occhi sulle pareti delle nostre camerette? Si vedrà…
G come Gas: abbiamo rischiato la
vita per un piatto di pasta, per di più immangiabile. Ma in fondo la puzza
copriva quella di piedi, quella del bagno, quella di chiuso e tutto il resto. E
poi avevamo già sostituito il forno con i termosifoni e scaldato la pasta al
forno a bagnomaria: dare fuoco al tavolo della cucina per far bollire l’acqua
ci sembrava eccessivo… però, a pensarci bene…
H come Hotel: non ha nulla a che
fare col nostro Capodanno, ma…vada per l’improvvisato “Hotel Condominio
gli Aironi”: spaziose stanze per qualsiasi numero di persone, bagno in camera
e balcone panoramico con dondoli per tutti. Attenzione, se superate gli 1.70,
perché l’ingresso e i lampadari sono ad altezza-puffo, in sintonia con tutti
i sottopassaggi di Bordighera!
I come Impresa di pulizie: ripulire
una cucina traboccante di schifezze, rendere avvicinabile un bagno che ha subito
le incursioni di 20 giovani virgulti, spazzare e tirare a lucido
l’accampamento della notte, il tutto a tempo di record non è da tutti. Ma ce
l’abbiamo fatta, con buona pace dei vicini, che si sono ritrovati il corridoio
traboccante di zaini e sacchi a pelo, sfrattati per le grandi pulizie
L come Lenticchie… quintali,
tonnellate di lenticchie: l’unico cibo che si potesse definire tale (forse
perché portato già pronto e riscaldato su un fornello anzicchè sul
termosifone?). Hanno avuto successo ma senza eccessi : sarà colpa del cotechino
freddo, duro e gommoso che le accompagnava?
M come Mare: promosso a pieni voti
come meta per il Capodanno. E’ vero che l’età media della popolazione non
scende sotto i sessanta, ma gli unici giovani che abbiamo incontrato si sono
baccagliati Sara e Fabrizia, perciò ben vengano gli arzilli (??) vecchietti!
Con buona pace della bodyguard Maurizietto (spacciato per Stefano per
l’occasione)
N come Nausea: Luca implorava
pietà, la giostrina si stava scardinando, veniva da vomitare a vederli da
terra, ma l’eroico Mauri resisteva implacabile… Mamme, se attenta alla
salute dei vostri piccoli mulinellando ancora giostre in giro per Torino,
FERMATELO!!
O come Ottimo: l’unico giudizio
possibile per questo Capodanno
P come Prodotti Convenienza:
offerta del ristorante-residence “da Sganga”: cenone di Capodanno, colazione
e pranzo di apertura del 2002 alla modica cifra di E 2.066, pari a £4000 (bevande escluse, a
meno che non si annoveri tra queste la Sanguinella Scaccia-sete by FS Discount)
Imperdibile!
Q come Quindici: il nostro tavolo
abusivo alla gelateria ATU (non c’è la H, non pensate male): non per fare
pubblicità occulta, ma il gelato era ottimo. E poi non c’era neppure la
“tassa per il dondolo al 15”. Gelato Atù e pizza della signora Enza: gli
unici successi culinari del nostro inizio d’anno
R come Raccolta differenziata: non sia mai che mamma Isa non divida
religiosamente ogni tipo di spazzatura. Anche
a costo di girare come avvinazzati con le bottiglie di vino in mano per tutto il
paese, perché le campane del vetro a Bordighera sono poco apprezzate. O forse
sono le campane che non apprezzano il nostro vetro e risputano in faccia alla
mamma la damigiana di spumante con cui ha tentato il canestro?
S come Scogli: meta obbligata per
ogni gita al mare. A proposito, ma le onde sui sassi fanno Schhh oppure Trrrrrr?
T come Tetris: un gigantesco
incastro umano per la notte. Con un po’ di fantasia e di spirito di stalla
stiamo battendo ogni record di riduzione degli ingombri, anche se rispetto allo
scorso anno avevamo spazio vitale da vendere: niente meno che un bilocale per
soli 20 esili corpicini!
U come Unghia: quella del povero
porcello finito in pentola sotto le mentite spoglie di zampone precotto.
Sgusciato fuori dall’angusta guaina argentata ha lasciato nelle mani di Ema e
Fabry i frutti di una poco accurata pedicure. L’eroismo delle cuoche
non è stato certo celato: se fate silenzio, potreste sentirle ancora
urlare di terrore
V come Visioni: anche qui, un
ringraziamento a don Claudio: apparizioni fosforescenti alle 4.30 del mattino
non sono roba da tutti i giorni… Un momento di grande suggestione!
Z come Zucchero: l’abbiamo
dimenticato e ci siamo bevuti un terribile caffè liofilizzato annacquato e
amarissimo… Ma è stato carino anche questo: tutto sommato non possiamo che
conservare un dolcissimo ricordo di questo Capodanno coi fiocchi: ALLA
PROSSIMA!
Ma bando alle ciance, visto che sarete curiosi di sapere i risultati mi sembra giusto dare sfogo alle vostre lucignolesche aspettative.
Incominciamo dal gruppo di risposte cristiane: ebbene sì, ben quattro di noi si sono rivelati essere fedeli nelle proprie convinzioni, al punto da voler andare su un’isola deserta con il Papa (ma che ci frega a noi del Papa, noi c’abbiamo Calajò…), con don Pasqualino (vorrei sapere chi ha detto a don Alessio di partecipare) o persino da soli, per una meditazione cristiana, consci del fatto che il Signore è con noi peccatori. Ma… C’è poi il gruppo di risposte che caratterizzano gli eterni bambinoni: Minnie e Paperina (complimenti ai due maschioni che l’hanno scritto). Per giungere quindi alle risposte che denotano un livello culturale medio basso (chi dovesse riconoscersi non ne abbia a male), ossia quelle situazioni interdisciplinarie che vorrebbero finire su un’isola con Manuela Arcuri, con Michelle Pfeiffer, con Manuela e basta (Diego, ma non hai ancora imparato che il nome della tua fidanzata inizia con la E ?), “con Martina Colombari va benissimo” (si vede che gliene avevano proposte altre), con Roul Bova, con Pamela Anderson, con Oliseh (chi l’ha scritto è quanto meno un nostalgico), con Pino e Carmelo, con Nino (D’Angelo ?), con un modello qualunque o con Marylin Monroe. Complimenti anche alle due gentili figliuole che hanno ben pensato di accettare la presenza di ”almeno un paio di ragazzi teneri prestanti ed affascinanti” o più semplicemente di “uomini simpatici e disponibili” (questa non ha scritto il numero…ah, queste ragazze moderne). Non ho invece nessuna intenzione di commentare la selva di risposte ovvie, quali il subdolo “il mio amore” o il senza speranza “mia moglie”, o gli appelli dei classici disperati fans di Mike Bongiorno, Bruno Vespa, gli Artiglios (pubblicità occulta…), il bifolco (ma chi cappero sarebbe?), Buber(t) o “l’elfo biondo della Compagnia dell’anello”. Una menzione meritano invece tutte quelle risposte che indicano come il favorito per un romantico naufragio su di un’isola deserta uno di noi; prima però una constatazione: tutti i nomi sono maschili, perciò le conclusioni sono due: primo che le ragazze di questa parrocchia adorano i loro bei maschietti (oppure siamo una banda di gay), secondo che questi bei maschietti schifano le belle fanciulle parrocchiali o per lo meno hanno gli occhi foderati di pelle di prosciutto. Ma ecco le risposte: ben due nomination per Marco Mazzaglia detto Mazza, una per Groppi (non è specificato quale), una per Fede Brianza, una per “Matteo ovviamente” e ben due per “Te”. Chiunque sappia chi è Te lo renda noto al più presto. Un abbraccio va anche ai due che vorrebbero portarsi il nonno e la nonna ( i gusti sono gusti…) e al nostro caro lettore alcoolizzato che propenderebbe per il suo quartino di vino. Ma ora è giunto il momento delle tre risposte più belle. Al terzo posto va “con tutti ma non con Emiglio”, scritto proprio così con una calligrafia illeggibile: Emilio non ti preoccupare, se chi l’ha scritto è bello quanto la sua scrittura…. Al secondo posto, dopo una difficile elaborazione, va “con il/la mio/a ragazzo/a” perché va bene essere indecisi, va bene essere gay, va bene avere le idee confuse,…ma così è davvero sensazionale. Infine la palma del vincitore va a un biglietto particolare, con scritto “Aless” cancellato e poi lì vicino “Gabriele”: mi dispiace per colui o colei che lo ha redatto, ma penso che debba sapere che io e mia sorella non siamo intercambiabili…(ma ti sei scippato il cervello????).
Ciao amici, ed alla prossima!!!!
Jebezhael
Una musica può fare sì
che un sacco di persone si trovino in un teatro di sabato sera.
Una musica può fare che
una trentina di squinternati decidano di esibirsi davanti ad un pubblico e…
capire tu non puoi, tu chiamale se vuoi…. Emozioni.
Una musica può fare che
il nuovo viceparroco si faccia pregare un poco ma che poi decida di esibirsi con
una canzone che spiegava le emozioni suscitategli dal nuovo incarico (e ci tocca
migliorare il coro altrimenti gli cresce la panza!).
Una musica può fare sì
che il gruppo di Joey ci faccia ripensare ai bei momenti in cui si esibivano i
gruppi nelle MusicAssieme degli anni passati.
Una musica può fare che
il gruppo che ognuno definisce a modo proprio (coro della montagna, coretto: a
proposito scusateci) ci faccia sentire la versione originale di “Signore
Cerchi i Figli Tuoi” e che ci faccia respirare un’aria di Gospel.
Una musica può fare che
il batterista non ci possa essere per la serata e che Federico lo debba
sostituire imparandosi 20 canzoni in due giorni (ah, grazie ancora!).
Una musica può fare che
Luca porti per la prima volta (penso!) un violino a MusicAssieme (come strumenti
“d’eccezione” c’erano ad esempio stati i Sax tre anni fa, vi ricordate?
Ma mai un violino)
Una musica può fare che
a MusicAssieme si respiri aria internazionale grazie alla partecipazione dei
Take That (rimasti in tre per l’occasione) ed alla presenza tra le canzoni in
gara di canti popolari irlandesi (e che gran voce avevano le due cantanti!).
Una musica può fare che
dopo due anni consecutivi Stefano sia riuscito ad evitare il discorso della
tastiera trasposta che ogni volta lasciava interdetto il pubblico; quest’anno
il nostro eroe si è limitato a rilasciarci
delucidazioni sul correttore automatico di Word.
Una musica può fare che
qualcuno si porti sul palco il 45 giri di Little Tony per esibirlo (non ho fatto
caso il titolo dei due lati): della serie la prossima volta avvertitemi che vi
porto i contenitori di mia madre con gli lp di Santagata, Maurizio, Adamo o chi
per loro.
Una musica può fare che,
cavolo, per una volta che uno fa fare il presidente della giuria a Emilio, il
giorno dopo la “Goba” vince uno degli scudetti più inaspettati della sua
storia.
Una musica può fare che
20 persone facciano sì che dalla serata venga fuori un premio esibizione ed un
premio simpatia; per la cronaca il primo l’hanno vinto Sara e la sua gran
voce, il secondo i Take That
(Stefano, Diego e Gabriele).
Una musica può fare che
Joey, Marta, Antonio e tutti quelli che hanno pensato alla presentazione abbiano
fatto un gran lavoro che ha permesso alla serata di essere gradibile e
divertente (tanto per citare un episodio: l’ingresso dei musicisti in
accappatoio con la musica di Rocky).
Una musica può fare che
qualcuno si inventi polemiche sull’ordine di arrivo, tanto le poemiche fanno
figo e non impegnano.
Una musica può fare che
se non si fosse capito… W Musicassieme!
RITIRO=????
Di
Alessia Sartorio
Mi
sto guardando intorno in cerca di un aiuto. Non ho mai scritto un articolo e per
di più è pure per un giornale di fama mondiale come l’Artiglio… non posso
proprio fare brutta figura! Eppure…AAAAAAH!!!! Panico! Forse basta
incominciare a raccontare e poi il resto verrà da sé. Sì, ma da dove
iniziare? Dopotutto sembra ieri il pomeriggio in cui siamo partiti per la “Due
giorni di Quaresima”, noi ragazzi delle superiori della Crocetta e dintorni.
Faceva un caldo pazzesco, sembrava di essere in estate anziché in primavera. Al
mio arrivo la prima persona in cui mi sono imbattuta è stata Don Ettore…un
uomo grande e grosso con due occhialoni sul naso e la faccia da buongustaio ( ad
essere sincera non so bene cosa voglia dire quest’ultima frase che ho scritto,
potete intenderla come volete. A proposito, cosa vi fa venire in mente il nome
Ettore? L’eroe dell’Iliade oppure un mungitore di mucche? Questo è stato
uno dei quesiti filosofici senza risposta che ci siamo posti durante il ritiro).
Ma andiamo avanti…Finalmente è arrivato il momento di partire! Mentre il
pullman si stava allontanando da Torino e ci faceva ammirare gli splendidi
paesaggi delle distese di campi lungo l’autostrada mi è sorta una domanda: e
Dugo dov’è? “Ecco non è venuto! E bravo taglione!” avevo pensato. Ma con
mia grande sorpresa si trovava già sul luogo dell’arrivo e ci aspettava
impaziente di iniziare le varie attività del ritiro. Infatti dopo una
sostanziosa merenda con una tazza di tè troppo calda, anzi bollente direi, per
i miei gusti, abbiamo cominciato i momenti di riflessione guidati da Don Andrea
e Don Ettore. Povero Don Andrea con quel proiettore di diapositive non ci andavi
proprio d’accordo, vero? La visione di quelle foto è stata a mio parere
davvero essenziale, tanto che alla fine praticamente tutti si erano addormentati
tranne mio fratello, che per paura di essere scambiato una seconda volta per un
animato cercava di stare il più attento
possibile. Dopotutto
però è stato interessante cercare di approfondire alcune delle personalità più
affascinanti del Vangelo, come il buon ladrone, San Pietro o La Maddalena. E così
dopo i vespri abbiamo cenato al ritmo di “C’è un buco nel muro Arturo
Arturo…” coinvolgendo
anche le altre
parrocchie; e alla fine della giornata come non ricordare la splendida serata in
cui siamo venuti a conoscenza delle doti muscolari nascoste di don Ugo, della
straordinaria
simpatia della suora che era con noi, e infine della bravura di Maria
Rita nell’imboccare Matteo ad occhi bendati… vi posso dire solo che alla
fine Matteo aveva della cioccolata anche nei capelli!
Seconda
giornata(tutto ciò che è stato detto durante la notte è coperto dal segreto
professionale).Questo è stato il momento più serio di tutta la “due
giorni”, ma anche secondo me il più bello per scoprire come siamo fatti
veramente dentro. Dopo le lodi mattutine e dopo una colazione abbondante,
abbiamo cominciato il deserto(per chi non lo sapesse una sorta di riflessione
personale). Abbiamo provato tutti quanti, per conto nostro a immedesimarci nei
personaggi del Vangelo analizzati il giorno precedente, cercando magari anche di
immaginare un incontro vero e proprio tra noi e Gesù. Tutto questo per circa un
oretta, poi ci siamo confrontati in gruppo su ciò che eravamo riusciti a capire
di noi stessi. Naturalmente non poteva non mancare la Messa celebrata da Don
Ettore che forse credeva ci fossero un centinaio di ragazzi in più al ritiro,
dato che aveva preparato una quantità abnorme di ostie che ha finito anche
grazie al nostro aiuto (non che ne avesse bisogno…). Dopo mangiato, su
decisione quasi unanime abbiamo deciso di giocare a uno dei giochi secondo me
più divertenti, e cioè a “palle di neve”!!!!! Anche quelli che non ne
avevano nessuna voglia sono stati coinvolti, e solo pochi sono riusciti a
nascondersi su una collinetta dietro alla casa e a scamparla. Dopo questo gioco
abbastanza violento (se trovo
quello che mi ha colpita in faccia…) abbiamo avuto modo di calmarci con un
momento di dibattito che però è durato decisamente poco perché si accendesse
una vera e propria discussione. Siamo tornati così a Torino stanchi ma pieni di
euforia ripensando ai due splendidi giorni trascorsi.
Che strano!
Avevo tanta paura di non essere all’altezza per questo articolo e invece
sembra quasi si sia scritto da solo! Mi sono divertita molto a rivivere questa
esperienza e spero di non avervi delusa!
CIAO!!!!!!!!!!! E ALLA
PROSSIMA
A
grande richiesta
Carissimi
amici, ma soprattutto amiche, il cataclisma degenerante si è purtroppo
ripetuto. Proprio così, è successo di nuovo, il grande patriarcato
dell’Artiglio ha deciso di sottoporre i vostri striminziti cervellini ad un
lavoro supplementare, non richiesto, non voluto forse, magari nemmeno compreso
nel testo dell’articolo 18, ma pur sempre di vitale importanza per capire le
tendenze dei giovani di questa parrocchia sempre più obesa e intonata. Insomma,
il Grande Fratello ha deciso che era ora di svelare un arcano tra i più arditi
e insolubili: qual è l’oggetto più caro che possediamo, che non saremmo
disposti a cedere in cambio di nessuna cosa al mondo ? Ebbene cari lettori, è
bastata una semplice ed innocua domanda per farvi sbizzarrire in risposte che
dire assurde sarebbe un complimento, eccentriche un elogio, “da panico” la
pura verità.
Ma andiamo con ordine. Come al solito ho deciso di dividere le risposte in base ai “tipi” per facilitare la comprensione ai bambini sotto i 3 anni ed agli anziani sopra i 92, che sono risultati essere i più assidui lettori di questa quanto mai sporadica rubrica. Cominciamo con il dire che per qualcuno di noi il mondo materiale ha un’importanza di tutto rispetto: chi non si separerebbe mai dal proprio cellulare, ad esempio, o chi non potrebbe vivere senza i suoi “due splendidi pelouches”. Ma c’è persino chi pensa che l’oggetto a lui più caro sia un software, chi un pc, chi uno stereo personale (si vede che lo avrà costruito lui) con tutti i cd al seguito (ogni riferimento Maurizio è puramente casuale). L’immancabile giocatore anonimo di turno ha poi creduto bene che una scacchiera sia di gran lunga preferibile a qualsiasi altro aggeggio, ma non dimentichiamoci di citare chi non trova nulla di meglio di una bambola ( come vedete il test è stato esplicitamente rivolto anche a coloro che avevano non più di due anni, o per lo meno un cervello di quel tipo) o, e qui comincia il delirio, la propria raccolta di figurine Panini di Barbie ( primo problema: la Panini ha fatto una raccolta di figurine di Barbie? Se qualcuno ha le prove di questo abominio giuro che darò fuoco a tutti gli album delle figurine dei calciatori che conservo gelosamente nel mio scrigno segreto…).Come sempre tuttavia c’è stato anche chi, per fortuna o per sfortuna, ha preso sul serio la domanda: così si scopre che per uno di noi è importantissima la foto del Campo Giovanissimi al Pian della Mussa (uno dei più belli, a detta dei pochi sopravvissuti…), per un altro, cito testualmente, “il cuore – lo indosso” (questo si era fumato qualcosa), ma la palma del più complicato va a “(cattolicamente) Il Vangelo (ed è vero) (materialmente) l’informatica” (la prossima volta, Mazza, una frase con meno parentesi ed un concetto più chiaro e meno arzigogolato, che ne dici? Secondo me il Buber ti ha fatto male). Secondo altri invece non c’è cosa più importante di un frigorifero (ma Pat non era in America?), di un braccialetto, o di una fotografia, o di una foto (sono costretto a scrivere esattamente ciò che è riportato sulle schede), o anche chi pensa che il proprio orologio sia impareggiabile. Eppure, come già dicevo in precedenza, grazie a questo test da oggi sapremo alcune cose su chi ci circonda che neppure ci saremmo sognati nel peggiore dei nostri incubi: ad esempio è decisamente inquietante saper che viviamo a contatto con chi possiede “una collezione di tartarughe”( si tratta della peggior specie di psicopatici), o peggio ancora che esiste qualcuno così sciroccato da conservare una raccolta dei propri spazzolini da denti usati (guarda che non funziona come il topolino con i denti da latte dei bambini, se li lasci lì invece del soldino ti ritroverai ben presto ad avere una colonia batterica peggiore di quella di un laboratorio). Se tuttavia è brutto scoprire di avere degli amici psicolabili, è ancora peggio scoprire che ce ne sono di incontinenti: ben due voti vanno infatti al “water”, il vero mattatore di questo concorso; due consigli: primo, per Giuseppe, penso sia meglio rendere più efficienti i bagni parrocchiali, magari dotandoli di ventole per disperdere i cattivi odori (e se questi due soffrissero anche di diarrea cronica?); secondo, per i due amici, avete provato Magnesia San Pellegrino. A questo punto i più ingenui penseranno che nessuno potrebbe aver scritto una cosa più assurda di queste: invece la mente umana, ahimè, è capace di essere davvero terribile, come nel caso di chi ha risposto “ È’ ovviamente l’anello del Signore degli Anelli Stupidi! Questo vi costerà la distruzione del mondo. Ah Ah Ah”. Mi sembra ovvio che o si trattava di Sauron in persona, e allora tra poco saremo davvero ridotti in briciole, o di un megalomane (e non so bene quale caso sarebbe da preferire…). Non merita commento invece chi giudica come miglior oggetto disponibile il doposcuola (che non è un oggetto peraltro), e penso che nessuno troverà da ridire se ho avvertito l’FBI della presenza in parrocchia di un maniaco ( una risposta è stata “la mia scatola di condom”…).
Continuando nell’esplorazione della mente umana
degenerata è ora giunto il momento di esporre una polemica che, sono certo, i
nostri lettori almeno in parte condivideranno: al di là del fatto che la
pubblicità occulta è illegale, e che i brogli elettorali sono una realtà
consolidata in qualsiasi democrazia degna di questo nome, trovo che sia a dir
poco strano che ben quattro preferenze vadano all’Artiglio, una addirittura al
“primo numero dell’Artiglio” (dunque, passi per Sganga, Matteo e Luca, ma
chi è il quarto venduto?). In questo piattume ecco che emerge come una stella
il solo votante che inverte la tendenza, si schiera contro l’ideologia
dominante e scrive “il Gomitolo”: contando che Rassu non c’era ed Eleonora
neppure, o è di nuovo Sganga impietosito per gli avversari, o
qualcuno che non aveva capito chi organizzava il sondaggio.
Ma ora basta con le polemiche, eccoci giunti ai primi
cinque posti in ordine di assurdità. Al quinto posto si classifica
“nessuno”: hai le idee chiare, certo, e se tutti avessero risposto come te
ora non sarei qui a scrivere queste stupidaggini (ti sarebbe piaciuto, eh?). Al
quarto posto invece va un biglietto che quando l’ho letto per poco non
svenivo: “Gabriele”. Intanto rendo noto che non sono un oggetto (la scorsa
volta ero invece intercambiabile con mia sorella), e seconda cosa sappiate che
sono libero, libero, libero, non ho padroni, e la mia voce libera anch’essa
continuerà a smascherare le ingiustizie di questo mondo (però, che retorica,
eh?!). Al terzo posto va “Collier-Non proprio”; due possibili
interpretazioni: o il collier non è proprio quello che voleva scrivere, o il
collier non è suo…a voi la scelta. Al secondo posto un piccolo capolavoro di
grammatica: “per mè l’Artiglio e belli (a capo) – ssimo”: se ti
presenti al doposcuola con questo biglietto Emilio sarà felice di accoglierti
caro amico, anche se penso che il tuo caso sia ormai irrecuperabile ( tra
l’altro quella era per caso una risposta alla domanda?). Ma infine eccoci al
primo posto, una vera chicca: alla domanda quale sia l’oggetto più caro uno
di noi è riuscito a rispondere “sì. E l’oggetto più caro è il gruppo”,
dal che si deduce che prima ha risposto ad una domanda che solo lui ha visto, e
poi, forse consigliato dall’amico del doposcuola, ha voluto aggiungere che il
gruppo è per lui un oggetto, e per di più di sua proprietà. Se è così,
speriamo solo che non ci sia nessun conflitto di interessi…
Jebezael
Sabato 11 maggio, h 14:30 un manipolo di genitori, ragazzi e bambini
affollano l’ingresso del cortile della parrocchia,- “Sarà uscita
un’edizione straordinaria dell’Artiglio?”- si chiedono i più, “No, si
tratta soltanto della gita dell’Oratorio”- rispondono i meno. E così si
parte, due bei pullman con un carico di pesti inferocite si avviano
alla volta di Casalpina. A bordo tra un conato di vomito e l’altro,
dovuti alle curve, gli animatori trovano il tempo per esprimere la loro
arte recitativa, in attesa di “Pinocchio”, interpretando magistralmente
una scenetta aliena che farà da cornice a tutta la gita. Arrivati a
Mompellato, non poteva mancare l’abituale scarpinata fino a Casalpina,
poi la sistemazione nelle camere e la merenda, durante la quale
spariscono misteriosamente un numero imprecisato di tavolette di
cioccolato, chissà…Si cominciano le attività del pomeriggio, da
segnalare uno splendido bans e una caduta all’indietro da dieci metri,
con doppio avvitamento, del “povero” Alberto tra le urla dei più
emotivi e l’apparente calma dei più freddi, per fortuna niente di
grave!! Dopo i giochi, ecco la cena, qualcuna non mangia il pollo
perché è un essere vivente (valle a spiegare che anche le carote lesse
lo sono!), mentre altri giocano coi doppi sensi, comunque alla fine
tutti, o quasi, con la pancia piena sono pronti per il giocone
notturno. Le cinque squadre ricercano il “Murildo”, ma vengono
terrorizzate dalla Loca e soprattutto da Andrea, “Plutoniani” per una
sera; al buio anche i più spavaldi perdono la voglia di scherzare, alla
fine comunque vinceranno i più furbi. Dopo uno riuscitissimo tentativo
de “Il leone si è addormentato” e la preghiera iniziano le procedure di
avvicinamento alla nanna, e si fanno sentire le vocioni di Giancarlo e
D. Ugo, ma basteranno? Intanto è tempo di riunioni per gli animatori,
ed ecco ricomparire come per magia le tavolette di cioccolato, poi
qualcuno resta a giocare, gli altri vanno a dormire e la notte sarà
quieta quasi per tutti.
Già, non per il povero Emilio che la sorte ha
destinato alla cameretta più impestata, dove tra chi chiacchiera, chi fa
finta di tossire e chi non riesce a dormire, Morfeo fa capolino molto
in là nel cuore della notte, o forse sarebbe meglio dire che non ci
entra proprio. A ciascuno poi la sua sveglia: a Ema tocca un fascio di
luce di una pila da 300W puntatale negli occhi da un discretissimo
D.Ugo, a tutti gli altri un Luca in versione Dj che mette una gran
voglia di incominciare la giornata. Come è buona regola in ogni gita,
campo o ritiro che si rispetti quasi nessuno si è accostato all’acqua,
nonostante il disperato appello di qualche igienista di lavarsi almeno
i piedi, poi fatti i bagagli, ecco la colazione e la preghiera. Via
via ecco arrivare tutti i genitori che, coinvolti nei giochi più
disparati, hanno dimostrato come sempre grande impegno e
partecipazione, esibendosi anche nell’ immancabile bans. Intorno alle
11:30 iniziano i preparativi per la Messa e a mezzogiorno tutto è
pronto nel prato, quando ci si accorge che non c’è più il libro con le
letture ( che fine avrà fatto?), ma si riesce ad ovviare abbastanza in
fretta; solamente che la pioggia decide di fare la sua breve, ma
intensa apparizione, costringendo genitori e animatori a rispostare
tutto a tempo di record nella cappellina. Il momento del pranzo è
leggermente caotico, ma ce la si cava con un po’ di attesa e con un
esaurimento nervoso del gestore Ivano, poi dopo avere degnamente
festeggiato i compleanni di Giovanni e Contardo tutti pronti per il
gioco dei cento numeri. Nonostante l’assurdità di alcune domande e le
inevitabili recriminazioni sulle presunte ingiustizie in gara, il
pomeriggio scorre via divertente ed è presto ora di rientrare verso
casa. Insomma è stata una grande gita, come sempre!!!
TUTTO MA PROPRIO TUTTO SUI PREPARATIVI PER PINOCCHIO
Sempre a vostra disposizione
ALESSIA E MARTA
1 GIUGNO 2002: grande debutto dei gruppi delle superiori nello
spettacolo di Pinocchio(ma non pensate che sia uno spettacolo solo per
bambini). Animatori ed animati si stanno ormai preparando
affannosamente all’evento: c’è chi fa le prove di recitazione, con
l’ansia di salire sul palco e dimenticarsi le battute; chi prepara la
scenografia usando sia materiali riciclati da altri spettacoli sia
oggetti fabbricati dalle nostre abili mani. E infine c’è chi si dedica
al sottofondo musicale, gli autori della canzone finale sono Stefania,
Gabriele, Uele( non si accettano critiche: sono i nostri animatori!!!)
e inoltre non dimentichiamoci di Luca e Joey, che aiuteranno anche con
qualche difficoltà (è complicato starci dietro!) noi cantanti provetti,
con il suono SOAVE della loro chitarra.
Vi chiederete sicuramente come sia nato questo spettacolo! E dunque
adesso risponderemo al vostro quesito. Ebbene un grazie speciale va ai
nostri animatori che hanno avuto la brillante idea non solo di farci
recitare come ogni anno, ma addirittura di farci comporre i copioni e
ideare una scena inedita per gruppo. Infatti, dovete sapere che, per
farci lavorare senza distrazioni siamo stati segregati in tre gruppi
diversi, ognuno dei quali si occupa di due personaggi particolari della
storia. E’ quindi degli animatori il merito di questa ingegnosa
trovata, ma nostro quello della riuscita dello spettacolo. In ogni
gruppo c’è stato qualche imprevisto per esempio si è temuto che Joey
non potesse né recitare né suonare(infatti pensate che ha ben due parti
da imparare a memoria), oppure causa scuola(non ci lascia in pace
neanche a giugno!!)alcuni non hanno potuto dedicarsi completamente alla
rappresentazione.
Ma ce la faranno i nostri validi eroi a portare a termine la loro
missione? C’è solo un modo per scoprirlo, seguite la prossima puntata…
no stiamo scherzando, basta venire allo spettacolo del 1 giugno ore
21.00. Mi raccomando non mancate, altrimenti sarete perseguitati dal
dubbio del nostro successo!!!!
L’ISOLA DI NEDE
Angeli, diavoli e Pippo Baudo per i gruppi A.C.R.
Storia semplice: il destino del mondo nelle mani di un angelo prima che
il Pippo nazionale ( Baudo, intendiamo, non il povero Inzaghi) decida
il destino dell’umanità. Fanta televisione recente? Si parla nuovo
festival di Sanremo con strascichi e polemiche vecchie e nuove, il
tutto condito dall’impareggiabile falcata di una “Pippità”? Niente di
tutto questo, ma piuttosto “l’overture” del nuovo spettacolo messo in
scena quest’anno dal gruppo ACR (2° e 3°media) realizzato in poco più
di un mesetto di preparazione. Il numerossimo pubblico presente in
sala, costituito soprattutto da amici e parenti dei ragazzi stessi, ha
così potuto assistere all’incontro-scontro tra Angelo e il diavoletto
Ben Bel, incaricati dai rispettivi superiori dell’arduo compito di
convincere 4 naufraghi (John, il capitano della nave, la cantante
Maria, lo scienziato e la sua assistente Nora) finiti nella misteriosa
isola di Nede, a seguire le vie dell’amore e del rispetto per il
prossimo o, all’opposto, ad andare dietro ai loro vizi e alle loro
debolezze. La cantante Maria, aspirante diva, si è quindi trovata a
fare i conti da una parte con la prospettiva di una carriera ricca di
successi a Broadway e dall’altra con la responsabilità di fare nascere
e crescere un bambino avuto dalla reazione con il capitano; il quale è
stato tentato dall’astuto Ben Bel verso la possibilità di essere il
comandante di un magnifico veliero, con l’obbligo però di abbandonare
Maria ed il nascituro. Lo scienziato, invece, era proteso totalmente
nei suoi studi di manipolazione genetica tendenti a creare una razza
umana unica, forte, bella e immune da difetti, dimenticando che “gli
uomini sono come strumenti musicali… c’è chi ha il suono dolce, chi
forte, chi alto, chi basso…presi singolarmente ce ne sarà qualcuno che
piace di più, qualcuno di meno, e qualche altro magari per niente ma…
quando suonano tutti insieme ci si accorge che l’orchestra non ptrebbe
fare a meno di nessuno di questi.” Finale a lieto fine tra battute
esilaranti, atmosfere da sogno, coreografie pirotecniche, musiche
impareggiabili e… un vero “coup de theatre” mai visto: il diavolo Ben
Bel che si redime, tornando ad assumere il suo vero nome: Benedetto! Un
vero smacco per il povero Lucifero, che non solo deve assistere ad un
fallimento su tutta la linea, ma ha anche assoldato per il vano
tentativo, un diavolo… con un nome del genere!!
battuta, sicuramente non la più significativa, ma che ha dato l’idea
del clima di allegria instauratosi nella preparazione dello
spettacolo: angelo: “ …e poi…ho un sogno: vorrei che l’Italia vincesse
i mondiali! ( grnde Paolo: quando l’hai pronunciata in quel modo è
venuto giù il teatro, pardon, il salone polivalente!!) Cosa c’entra?
Alzi la mano chi non l’ha capita…peggio per voi, significa che non
siete venuti allo spettacolo!
Abbiamo finito…sì, anzi…no!… grazie a Don Ugo che ci ha fatto sentire
il suo apporto ed il suo sostegno. Grazie a tutti gli amici degli
altri gruppi (animatori ed animati), per esserci venuti a vedere e per
avere deciso di passare un sabato sera in nostra compagnia piuttosto
che a sbevazzare da qualche altra parte! Promettiamo di ricambiare
per “Pinocchio” ve lo giuro sul canguro! Grazie a Maurizio che il
18/05, giorno dello spettacolo compiva 20 anni : grazie Mauri perché da
quando sei andato a Sarabanda nessuno ascolta così tanto Mino Reitano
(mi manchi, mi manchi…). Insieme a te grazie anche a Stefano, per avere
saputo musicare così bene l nostro spettacolo. Grazie ad Isabella ed
alla sua coreografia perché grazie a lei la Maria De Filippi e Saranno
Famosi ci fa un baffo! Grazie a Cotta, perché è riuscita quasi da sola
a fare stare in piedi uno spettacolo che neanche a Cinecittà hanno
saputo realizzare (palme più alte degli animati, ma vi rendete conto?).
E ancora grazie a Messere Emenuele Calajò e al fido scudiero
Gabritorio, per averci sì illuminato d’immenso, ma soprattutto per
averci crato quell’effetto giallo-gelosia che tanto ci aggrada. Grazie
al genio dei registi Stefano e Sganga, perché con la loro creatività
strampalata e pazzoide hanno reso uno spettacolo bello ( grazie a Isa
per il copione ) anche divertente.
Ma soprattutto grazie infinitivamente a tutti voi, animati di 2° e 3°
medi… grazie a chi è sempre venuto, grazie a chi ci ha dato pacco una
settimana prima di andare in scena, grazie a chi si è accontentato di
recitare una parte più piccola, o a fare qualcosa in cui si è esposti
meno, perché..siamo un grande puzzle dove tutti i pezzi devono andare a
posto per coprire tutti i buchi.
Grazie alle ballerine, ai cantanti, agli scenografi, agli attori…
grazie anche a chi considera il gruppo come un “orecchino”… “lo metto
quando voglio…” Grazie a tutti voi perché eistete e date a noi
educatori una grande possibilità di crescere, insieme a voi…
… veramente grazie di cuore, vi vogliamo bene!
Buone vacanze (e, per quelli di terza, in bocca al lupo per l’esame!)
Diego
Chi
l'avrebbe…
Chi l'avrebbe mai detto che il DopoScuola se ne andava in gita al Moncenisio;
chi l'avrebbe mai detto che ci sarebbe stato tutto il giorno con noi don Ugo;
chi l'avrebbe mai detto che la pioggia sarebbe stato clemente;
chi l'avrebbe mai detto che il vento non sarebbe stato clemente;
chi l'avrebbe mai detto che Debora sarebbe venuta, e così pure le gemelline;
chi l'avrebbe mai detto che un servizio di serie B avrebbe combinato una cosa da serie A;
chi l'avrebbe mai detto che la seconda fila alla Messa delle dieci sarebbe stata tutta per noi;
chi l'avrebbe mai detto che la parrocchia di Orbassano ha un gran bel pulmino;
chi l'avrebbe mai detto che il pulmino ce lo avrebbero imprestato;
…insomma…
queste erano le premesse per una domenica fuori dal comune, e tutto sommato abbiamo peccato un po' di fiducia, perché, sebbene fossimo decisi in questa impresa, non eravamo così convinti di come effettivamente sarebbe andata a finire… orbene, lo dico con orgoglio e riconoscenza a chi in questo progetto ha creduto fino in fondo, di meglio certo non si poteva sperare, per quanto con rammarico mancassero due ragazzi e qualche educatore ed educatrice.
«…cantiamo
tutti in coro
DON
UGO CHE BONTÀ,
DON
UGO CHE BONTÀ,
DON
UGO CHE BONTÀ!!»*
* la musica è quella famosa della pubblicità di Wafer famosi
Dopo il pranzo al sacco in riva al lago, questi ed altri canti hanno accompagnato il giocone musicale, che ci ha aiutato a sentirci più uniti, più amici: questo è stato infatti uno dei temi di fondo della gita, amalgamare un gruppo che altrimenti si ritrova sempre coi compiti di mezzo, che lasciano poco tempo al resto. Una passeggiata sulle rive del lago, tanto a secco da permetterci di vedere la vecchia diga del 1920, che è stata sommersa dal nuovo argine artificiale degli anni '60, una preghiera nella cappella piramidale per ringraziare il Signore per tutto il creato, la ricerca di reperti dell'ultima guerra e le scivolate su un canale di neve ghiacciata (molto apprezzata dai ragazzi) sono state le altre attività durante la nostra permanenza al Moncenisio. Sulla strada del ritorno, a Susa, un buon gelato e quattro tiri a pallone hanno concluso la festa.
Domandone finale: che cosa ci rimane di tutto questo? La convinzione che il Signore ci accompagna sempre, dieci fotografie, un'amicizia più intensa, l'influenza che per alcuni giorni ha colpito due ragazze (il sesso debole non si smentisce mai!), il desiderio di ripetere questa esperienza in futuro.
Emoglio